Scopriamo insieme il percorso creativo di Nazarena De Angelis, autrice di “Un ispettore tutto mio”, tra passioni, ispirazioni e progetti futuri
Chi è Nazarena De Angelis e quali sono le esperienze che hanno plasmato il suo percorso personale e professionale?
Sono una scrittrice emergente, come si suol dire oggi in ambito editoriale, ovvero, invece, come amo descrivermi io, una boomer cinquantenne, sognatrice ed entusiasta, che fa della scrittura la sua passione e non il suo lavoro, poiché nella vita si occupa di altro.
Impegnata da sempre nello studio materie umanistiche, ho frequentato uno dei licei classici più prestigiosi e noti di Roma, il “Caio Giulio Cesare” di Corso Trieste e mi sono laureata in legge all’Università La Sapienza di Roma, proseguendo la specializzazione in ambito legale con due Master di Diritto del Lavoro e Previdenza Complementare.
Appassionata di cinema, di lettura, di fumetti, amo scrivere fin da bambina e, nel corso degli anni, mi sono cimentata anche nella stesura di racconti brevi; alcuni di essi sono stati premiati. Ricordo solo l’ultimo piazzamento, il Premio speciale ADA Racconti tra le nuvole 2023, con il racconto breve A-e-r-e-o.
“Un ispettore tutto mio”, il mio primo romanzo, è stato presente, recentemente, alla Fiera dell’Editoria delle donne 2024, che si è svolta i primi giorni del mese di marzo a Roma.
Come è nata la Sua passione per la scrittura e quali sono le sue fonti principali di ispirazione?
La passione per la scrittura è nata dall’amore per la lettura e dal desiderio profondo di mettere le mie tante idee e spunti su carta, o meglio, oggi nel terzo millennio, in punta di tastiera. Le visioni delle mie storie nascono da vortici di pensieri fluttuanti che, alla fine, trovano una perfetta collocazione sul disco fisso del mio computer. Spesso è un’unione di spunti concreti di vita vissuta e di voli pindarici di immaginazione.
Come nasce il romanzo “Un ispettore tutto mio”?
Nel periodo in cui volevo seguire lo spunto narrativo di un rapporto sentimentale fra due colleghi poliziotti –una donna giovane e con poca esperienza, molto brillante, e un ispettore maturo, con un carattere scontroso e altrettanto talentuoso – è subentrato e, quindi, vi si è mischiato, un elemento reale, un evento legato alla persona a cui il romanzo è dedicato: la partenza della mia amica più cara verso un altro Stato, piuttosto lontano, avvenuta nei primi mesi del 2020, appena prima dell’inizio della pandemia. Il desiderio di esorcizzare, in qualche modo, la distanza da lei, dà vita a “Un ispettore tutto mio”; Patrizia Panucci – che nel romanzo è la migliore amica di Lisa, la protagonista – è ispirata proprio alla mia amica del cuore.
Può raccontarci il processo creativo che le ha portato a sviluppare i personaggi principali di Lisa Argenti e Luca Parodi?
La volontà era di creare, dal punto di vista narrativo, un’equa alternanza di due voci, quella di Lisa e quella di Luca, che si avvicendano in ciascun capitolo – che ha il titolo di un film famoso, che viene ripreso, ricordato all’interno del capitolo stesso e che lo definisce con un richiamo – e raccontano in prima persona la storia; è stata una scelta stilistica chiara, precisa.
Luca e Lisa sono protagonisti profondamente diversi, per età, carattere, estrazione sociale, passato sentimentale, e danno due punti di vista differenti, anche maschile e femminile, sono proprio due voci alternate in un connubio narrativo.
L’aver improntato il lavoro così, in prima persona, e al tempo verbale presente, permette, secondo me, di rendere il testo più scorrevole e immediato, lasciando ugualmente spazio a una forte immedesimazione del lettore nelle vicende narrate.
Luca è probabilmente il personaggio – di primo acchito – più accattivante, a livello di prima impressione, per com’è stato concepito; è sessista, fa battute sgradevoli, è un personaggio che o si ama o si odia, che -comunque sia – non lascia indifferente.
Lisa Argenti non è, tuttavia, un personaggio da sottovalutare; la dolcezza, l’educazione e le buone maniere la contraddistinguono, in senso propositivo. Sono valori forse desueti in un universo in cui il rispetto delle regole e la gentilezza rendono deboli agli occhi degli altri. “Lisa è integerrima come suo padre”, commenta, ad esempio, Luca quando la collega, a cui si era rotta la propria auto, si rifiuta di chiamare l’officina del distretto per farsi aiutare. I modi cortesi di Lisa non sono inversamente proporzionali alla forza interiore, alla determinazione e al talento investigativo, tutt’altro. È acerba professionalmente, si deve fare le ossa, porta una ventata di allegria e, parallelamente, è una donna formidabile su cui appoggiarsi.
L’intenzione generale era di plasmare dei personaggi con tante sfaccettature, scarsamente catalogabili, seguendo il mio amore per le imperfezioni. Non ci sono, nel romanzo (e non lo sono tanto meno Luca e Lisa) personaggi perfetti. Ci sono personaggi con tanti pregi e parallelamente con tanti difetti. Sono i difetti che li rendono umani e “normali” in scia al concetto più generale per me, il mio primo comandamento, che verosimilmente quando si ama, ci innamora più dei difetti che caratterizzano il partner, dei suoi punti deboli piuttosto che delle buone qualità o dei punti forti. Troppo facile innamorarsi dei pregi e dei punti forti, no?
Qual è il messaggio che ha voluto trasmettere attraverso il romanzo “Un ispettore tutto mio”?
Che in una coppia che funziona ognuno deve essere il lato positivo dell’altro; uso di nuovo le parole di Luca che si riferisce a Lisa, dicendole “sei la mia magia”, in un percorso di miglioramento continuo, un viaggio in cui si tira fuori il meglio di sé, in un rapporto che, nel caso della nostra coppia, è professionale e personale, quindi ancora più articolato da gestire e da indirizzare.
Non voglio usare il luogo comune e sessista per cui dietro un grande uomo ci deve essere una grande donna; vorrei che, invece, fosse considerato un mantra che vale in un senso biunivoco, per l’uno e per l’altro, in un quotidiano dove i pantaloni, a casa, si portano a turno.
Come ha affrontato la sfida di bilanciare la trama investigativa con lo sviluppo della storia d’amore tra i protagonisti?
Si è trattato di uno sviluppo semplice degli elementi differenti del romanzo, dell’intenzione di dare delle pennellate di colore su una tela bianca, che si fondessero per un lavoro coeso di differenti ispirazioni. Il fondo del dipinto è il giallo, per l’elemento dell’omicidio del notaio Visconti a cui Lisa e Luca stanno lavorando assieme, che è un caso “oscuro”, su cui i due poliziotti fanno via via luce, scoperchiando un vaso di Pandora investigativo che li condurrà in ambienti particolari, su filoni investigativi più ampi. Le pennellate centrali sono di un romantico rosa confetto. “Un ispettore tutto mio” racconta, infatti, parallelamente, la storia personale di Lisa e Luca, in momenti narrativi in cui i sentimenti, le emozioni e l’amore diventano il centro della vicenda, alla stregua di come sono il centro, il fulcro, nella vita di tutti noi. Le pennellate sfumano in un colore più acceso nei momenti più passionali, spicy, poiché la passione fa parte – naturalmente e inevitabilmente – di ogni racconto d’amore che si rispetti. L’ultimo tratto, direi di un arancione cangiante, è il pizzico di leggerezza e umorismo che ho voluto inserire con parole divertenti, spunti di riflessione, e di interesse, misti a una sana risata; nella lettura, pagina dopo pagina, si viene investiti da un ciclone di eventi e personaggi concreti, familiari e amici, in un insieme di gag e battute spiritose, nel lato umoristico delle vicende dei nostri protagonisti.
Come ha vissuto l’esperienza della pubblicazione del suo primo romanzo e quali insegnamenti ha tratto da questo percorso creativo?
L’esperienza della pubblicazione del romanzo è stata interessante e complicata. Un’esperienza a tratti entusiasmante, nel momento in cui, finalmente, il libro che avevo scritto, che tenevo in un cassetto, ha preso vita, e si è concretizzato. Emozionante quando ho sfogliato le pagine del romanzo e l’ho visto sopra uno scaffale di una libreria; soprattutto, perché è un romanzo che nasce da un grande impegno e sacrificio di molte ore tolte al sonno e incastrate con le incombenze del lavoro e della famiglia di una donna che non fa la scrittrice di professione. Dall’altro lato è stata un’esperienza complicata perché ho impattato con un mondo legato a dinamiche economiche, social, e del quale dall’esterno conoscevo poco realmente i meccanismi. Con una casa editrice indipendente, un’autrice come me, sconosciuta, alla prima pubblicazione, deve impegnarsi molto. Comunque, tirando le somme, è stata un’esperienza assolutamente positiva, che mi ha permesso di realizzare un sogno bellissimo, che spero sia soltanto l’inizio di un’avventura altrettanto meravigliosa.
Quali sono i suoi progetti futuri?
“Un ispettore tutto mio” è un libro autoconclusivo nato nel 2020, ma esistono altri due romanzi che mi auguro possano trovare la luce, legati a casi investigativi da risolvere per i nostri due poliziotti Lisa Argenti e Luca Parodi, e alle loro vite personali, anch’essi autoconclusivi.
Scrivo sempre, ogni giorno, anche solo poche parole, dilettandomi pure nella creazione di racconti; nel famigerato cassetto ci sono, poi, altri romanzi, di genere giallo-rosa, o rosa con elementi legal-thriller piuttosto che fantasy.
Dov’è possibile acquistare il suo libro?
Il libro è in vendita nelle librerie, dai piu noti distributori anche on line, oltre che sul sito degli Editori Annulli www.annullieditori.it
Grazie Nazarena De Angelis per aver partecipato a #OltreIlWEB
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